Questo lo striscione che campeggia sul cavalcavia prima della sede maceratese di Confindustria dove fra pochi minuti Domenico Guzzini presenterà le sue dimissioni. Un gesto con il quale il presidente provinciale e Confindustria stessa pensano di chiudere la questione, "e se qualcuno morirà... pazienza". Ma questa storia non può essere risolta così, non finisce con il capo cosparso di cenere e delle scuse più irricevibili delle dichiarazioni stesse.
Guzzini o no "e se qualcuno morirà... pazienza" è il pensiero degli Aguzzini, e finché non dimetteremo lo sfruttamento, tra vita e denaro continueranno a scegliere il denaro, sacrificando la vita. Lo testimoniano le scelte politiche assassine di Assolombarda dal marzo scorso. A testimoniarlo ci sono le vittime lasciate indietro, cadute insieme alla tutela della salute, calpestata dalla condanna alla produzione ad ogni costo, dalla condanna allo sfruttamento per il profitto di pochi. Il profitto di quei pochi, questo si che non si può mai fermare.
Uscire dallo 'stato di emergenza' significa anche uscire dall'imposizione di scelte governative piegate a uno spietato privilegio di classe, quello di un sistema economico dove la legge è solo quella del più forte. A questa legge è giusto disobbedire. Né confindustria, né le multinazionali che si arricchiscono nella crisi, né un governo dell'emergenza asservito al capitale possono continuare a decidere al nostro posto. Ora basta.
#paghinoiricchi