"Anche se qualcuno morirà, pazienza". Queste sono le parole pronunciate nella giornata di ieri da Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, nel corso del convegno "Made for Italy per la moda" promosso dalla sua organizzazione e trasmesso in diretta streaming, alla presenza di sindaco e governatore regionale. Gli uffici stampa staranno già lavorando alla rettifica e verrà detto che la frase non è stata interpretata correttamente, ‘è stata estrapolata dal contesto’.
Per noi, al contrario, non c'è niente di più chiaro ed espressione del ‘contesto’. Perché le dichiarazioni avventate di Guzzini hanno senza dubbio un sinistro merito, per il quale dovremmo per assurdo ringraziarlo, se non fosse per i loro tragici risvolti: esplicitano il pensiero che l'associazione degli industriali ha sempre avuto nel corso dell’attuale fase di crisi. E lo fanno brutalmente, togliendo per una volta il velo sul disprezzo per la vita umana e sulla violenza quotidiana della classe dominante.
Confindustria fin dal primo momento ha svolto un ruolo nella gestione politica dell'emergenza, con le scelte del governo al servizio del tristemente noto "produci, consuma, crepa".
Ciò che conta è il capitale e i grandi profitti, se questo costerà qualche vita... pazienza.
Sono gli stessi industriali che non vogliono la patrimoniale, che vorrebbero far cadere il peso della crisi sui lavoratori e per i quali le aperture/chiusure sono negoziabili puramente in termini economici, al servizio dei grandi interessi. Il presidente di Confindustria ha una arroganza tale da farsi portavoce ‘delle persone che sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori’. Le persone sono stanche di subire scelte imposte dall’alto, di una vita ridotta agli spazi e ai tempi dello sfruttamento, di una gestione politica dell’emergenza sanitaria che sempre meno ha a che fare con le esigenze di contenimento del contagio e sempre più con imperativi di controllo e disciplinamento sociale. Non vogliono che sia il presidente di Confindustria a decidere per loro.
L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando è un fenomeno tutto interno alle dinamiche del sistema capitalistico, conseguenza dello smantellamento del sistema sanitario pubblico e della progressiva privazione del diritto universale alla salute. Il virus è il capitalismo, ma i capitalisti vorrebbero farci credere che saranno loro a salvarci.
Ora basta. Questa non vuole essere una banale dichiarazione di sdegno, ma un messaggio che rivolgiamo a tutte e tutti, perché la pazienza è veramente finita. Non possiamo più permettere a personaggi spregevoli di scegliere al posto nostro e di ipotecare il nostro futuro.
#paghinoiricchi