L' "I can't breathe" di George Floyd, brutalmente ucciso da 4 poliziotti a Minneapolis, è diventato da subito un urlo collettivo di milioni di persone che nel mondo hanno invaso le città riappropriandosi dello spazio pubblico e politico, con una radicalità che da tempo non si vedeva in questi termini. Questo sistema ci impedisce di respirare, lo fa in ogni aspetto della nostra vita, accanendosi con maggiore veemenza con tutte le fasce più deboli, povere, precarie e discriminate del pianeta.
Per questo il 'No justice, no peace' che arriva da oltreoceano deve invadere anche le nostre città e continuare a scuotere questo maledetto presente di oppressione e ingiustizia.
Per questo il 'No justice, no peace' che arriva da oltreoceano deve invadere anche le nostre città e continuare a scuotere questo maledetto presente di oppressione e ingiustizia.